di Massimo Potì
Ho un difetto, io: tendo ad avere aspettative stellari nei confronti di qualsiasi cosa. Continuo a ripetermi che così non va, che così facendo corro il rischio di non apprezzare ciò che di buono ho davanti agli occhi, ma niente da fare: sono un inguaribile ottimista, ho una fiducia incrollabile nel futuro, nelle persone appena conosciute, nei progetti appena partiti.
Ecco perché dal momento in cui ho deciso che sarei andato a Matera per una settimana di Co-living in Casa Netural partito il solito lavorio cerebrale, clamorosamente e puntualmente inefficace del resto, per abbassare il più possibile le magnifiche sorti e progressive che continuavo a immaginarmi all'orizzonte.
Ma questa volta, è stato diverso, perché per la prima volta nella mia vita la Pollyanna con gli occhi foderati di glitter e arcobaleni non solo ha avuto ragione ma addirittura è stata superata dai fatti: insomma, senza tanti giri di parole, il mio Co-living è stato un'esperienza indimenticabile su tutti i fronti, lavorativo, personale, umano, nessuno escluso. Lo so, già vedo alcuni storcere il naso davanti allo schermo e farsi di me l'immagine di uno sciocco semplicione, un collezionista di buone intenzioni e belle parole. Bene, allora faccio parlare i fatti.
L'obiettivo numero uno era mettere alla prova il mio progetto: colpito e affondato. Da un annetto a questa parte sto lavorando a una serie di laboratori per bambini per insegnare ai bambini dai 6 ai 10 anni a stare sul web in maniera creativa e responsabile senza bisogno di aule informatiche ma solo ed esclusivamente con l'aiuto del teatro e dell'arte della narrazione (se vuoi saperne di più, puoi dare un'occhiata qui). Nelle settimane precedenti al mio co-living, Mariella e Andrea si sono dati da fare come mai per organizzare incontri, appuntamenti, interviste, confronti, qualsiasi cosa insomma potesse aiutarmi a validare la mia idea: ho parlato con presidi, educatori, psicologi, ho tenuto due laboratori per bambini e un workshop per insegnanti. Sono tornato a Torino con un bagaglio colmo di suggerimenti, idee e buone pratiche e soprattutto con un progetto più solido, finalmente pronto per i passi successivi.
L'obiettivo numero due era trovare nuovi contatti lavorativi: colpito e affondato. Tanti, tutti vivi e proficui, tutti cresciuti nel brodo primordiale di idee e persone che è Casa Netural. Funzionava così: attorno a un tavolo, magari con un caffè in mano, per raccontare la propria esperienza e da lì provare a capire in che modo il background degli uni potesse aiutare gli altri. Zittisco Pollyanna e faccio parlare i fatti: nei sette giorni passati a Matera sono nati un laboratorio di inglese per bambini con Scratch nell'ambito del progetto Netural Talk di Mariateresa Paulicelli e Candice Keller; un altro per avvicinare i bambini al folklore locale e all'arte della narrazione con Marilena Scalcione di Fantalucania; un progetto di arte diffusa ancora top secret. Tre progetti in una settimana, ditemi voi se vi sembra poco.
L'obiettivo numero tre era mettere in comune: di nuovo, colpito e affondato. Sto ricevendo così tanto da tutti, ho pensato, che il minimo che posso fare e sdebitarmi e mi sono proposto per delle micro consulenze da una mezz'oretta sul social media marketing. Fatelo anche voi: se avete qualcosa, mettetela subito in comune. Al di là del vecchio adagio che insegnando si imparano sempre cose nuove, è bastato questo semplice gesto per farmi entrare in contatto con altre persone, e con le loro idee, imperdibili: è così che ho conosciuto Pleroo ed è così che ho avuto uno spaccato di un territorio, il materano e l'Alta Murgia, nel quale non vedrete l'ora di perdervi.
Dulcis in fundo, i rapporti umani, che non si giudicano con un assessment ma dalla voglia di rivedere quella persona o meno. Ed io vi dico solo che quest'estate mi sono aggiustato le ferie per tornare a Matera e riabbracciare tutti quelli che ho incontrato.
In breve, meglio di così non poteva davvero andare.