CO-Living 1, in viaggio con naCa.

di Marco Terranova

Il primo ad entrare in Casa è Marco dopo un lungo viaggio in autobus dalla Sicilia con cambio notturno al porto di Taranto. Ad accoglierlo, un alto spazio voltato con un soppalco bianco; divani, tavoli ed un grande tappeto al centro raccontano di uno spazio organizzato per stare, chiacchierare, lavorare in compagnia. Il letto è sul soppalco, al termine di una ripida scala a pioli.

Andrea fa gli onori di casa e subito ci si racconta curiosi ed avidi delle reciproche storie ed esperienze. Dopo poco, l’incontro con Candice, australiana, e Laura, spagnola,  svelano la dimensione internazionale della casa, luogo ed occasione di scambio ed incontro con persone e pensieri in transito.

In tarda mattinata dalla Puglia arriva Mariella, in tempo per un lauto pranzo a base di verdure locali.

Il resto della giornata è dedicato a girovagare per Matera fino all’approdo al Malatesta con Mariella S. ed Andrea in cui ci si racconterà aiutati da un buon rosso locale.

Chi sono Marco e Mariella? Siamo, due architetti che si occupano, all’interno del network di professionisti Studiodeda, di progettazione sostenibile, in particolare di costruzioni in legno, materiali naturali ed impianti ad alta efficienza energetica. Lo scorso anno abbiamo dato vita a naCa, una piattaforma per la realizzazione di strutture leggere in legno (la naCa è la culla) a supporto di processi di trasformazione, riappropriazione, recupero di spazi ed edifici abbandonati. La prospettiva è quella dell’auto-costruzione e dell’open-source.

Le giornate materane scorrono intense. Il venerdì c’è la presentazione del progetto naCa in compagnia di una quindicina di giovani curiosi ed attenti. Il fine settimana è dedicato all’esplorazione del territorio ed all’incontro con persone, associazioni, artigiani, con chi il territorio lo abita e vorrebbe continuare ad abitarlo, con chi ha progetti ed idee e cerca stimoli e spunti o anche solo un incoraggiamento.

La domenica visitiamo un mercato delle auto-produzioni in Piazza San Giovanni. Un gruppo di produttori lucani e pugliesi, abiti usati, olio e marmellate, libri di seconda mano, artigianato ed anche un teatro dei pupi. Persone che desiderano tornare a lavorare con le risorse della loro terra rispettandone i tempi e gli equilibri. E’ il primo incontro importante perché il recupero di un territorio, e la possibilità di ri-abitarlo, dipendono dalla capacità di ricostruire un legame con esso, dalla volontà di vivere delle sue risorse.  Dopo un pranzo conviviale, la piazza ospita un laboratorio con i bambini sul recupero del verde urbano. Ancora stimoli nella direzione del ricostruire un rapporto con la terra.

Nel pomeriggio ci spostiamo a Gravina di Puglia con Caspar e Maria Teresa per incontrare i ragazzi di Stufi (Siamo tutti tufi), un’associazione che promuove il recupero e la valorizzazione dell’antico borgo in tufo, oggi abbandonato ed in disfacimento.

Per l’estate è prevista una manifestazione “S-piaggio” per la rivitalizzazione di alcuni edifici del borgo tramite eventi e laboratori partecipati. Chiacchieriamo delle potenzialità di naCa nella realizzazione delle strutture e dei dispositivi utili ad ospitare la manifestazione.

Una realtà importante quella di Stufi che ci ricorda dell’importanza di fare rete per condividere idee e progetti ma soprattutto per massimizzare le, poche, risorse a disposizione.

Il lunedì ed il martedì sono dedicati ad incontrare, a casa Netural, chi fosse desideroso di confrontarsi con noi, di fare due chiacchiere. Incontriamo Paolo, Massimo, Tommaso e Mimì. Parliamo di materiali naturali, di filiera del legno, di falegnameria ed innovazione, di tetti verdi ed orti urbani.

Martedì mattina Raffaele ci fa da guida nella visita del quartiere la Martella in cui all’inizio degli anni ‘50 furono ricollocati gli abitanti dei Sassi, sgombrati perché considerati insalubri. Un quartiere modello del pensiero sociologico ed urbanistico del tempo, testimonianza viva di come l’abitare con i suoi spazi e le sue reti di relazioni non si possa imporre e calare dall’alto senza la partecipazione di chi in quegli spazi andrà ad abitare. Oggi resta un borgo con una sua comunità che meriterebbe attenzione ed “inclusione” nella quotidianità della città Matera. Si potrebbe ripartire da un luogo che ci ha colpito per la sua “unicità”, l’arena estiva del cinema di quartiere, chiuso da decenni. Uno spazio aperto suggestivo, caratterizzato dai segni della storia, che potrebbe ospitare una rassegna cinematografica estiva di richiamo per abitanti e turisti. Un’opportunità per restituire visibilità ad un pezzo importante della comunità e della storia di Matera.

Al ritorno da quest’ultima escursione, ci prepariamo alla serata, alla cena partecipata durante la quale una nostra presentazione concluderà la prima settimana di Co-living.

La presentazione è una nostra personale vision, “ri-Abita Matera”, una sequenza d’immagini, di riflessioni e suggestioni raccolte e maturate durante il nostro soggiorno.

Matera non è solo i Sassi e questi non sono il luogo in cui vive la gran parte della sua popolazione ed in cui si svolge la sua quotidianità. E’ vero però che i Sassi, per la loro unicità e specificità, sono un’occasione straordinaria per sperimentare un modello abitativo che recuperi il valore della prossimità e della condivisione, un rapporto denso con gli elementi naturali, l’acqua, il sole, la terra e l’aria. I Sassi potrebbero diventare un laboratorio vivo in cui accogliere ed ospitare, in cui lavorare e recuperare i saperi materiali tradizionali ed importarne di nuovi, in cui tornare a fare il pane, l’olio ed il vino, in cui coltivare ortaggi ed erbe aromatiche utilizzando l’acqua delle innumerevoli cisterne. Si potrebbe creare un marchio per i prodotti dei Sassi e commercializzarli a partire dai B&B e dai ristoranti locali.

Si potrebbero rendere agibili e mettere in sicurezza gli edifici e gli spazi esistenti, creando stanze della musica, del riposo, della meditazione, della chiacchiera, della formazione.

Si potrebbero monitorare e controllare le trasformazioni attraverso tecnologie open-source come Arduino ed attraverso piattaforme virtuali implementate dai dispositivi mobili di chi vive ed attraversa gli spazi.

Matera per la sua bellezza ha la capacità di attrarre persone e risorse da tutto il mondo, divenire una fucina di idee, progetti, trasformazioni. Questi progetti ed idee dovranno poi superare i confini della città e coinvolgere il territorio intorno, i borghi, le comunità limitrofe.

 Lasciamo a Casa Netural questa nostra vision; ci portiamo a casa il calore dell’accoglienza, il piacere della chiacchiera costruttiva in cui ci si stimola ed arricchisce; ci portiamo a casa tanti incontri, volti e relazioni da mantenere, coltivare ed approfondire.

Ringraziamo con affetto tutti coloro che non compaiono nel nostro racconto, che abbiamo incontrato e con cui abbiamo condiviso tempo e parole in questi giorni, Eliana, Wayne, Eva, Ferruccio, Luca, Francesca, Rossana, Raffaele, Tommaso …