Un pomeriggio a Fantalucania!

scritto da Roberta Venezia (fa parte di Casa Netural e ama sognare con i bambini!) 

E’ con un grande sorriso che mi accoglie Andrea a Casa Netural, e da bravo padrone di casa mi prepara anche un ottimo caffè.

Sì, perché Casa Netural è letteralmente la casa di Andrea ed è proprio questa la sensazione che si ha varcando la soglia: ci si sente a casa.

Aspetto che arrivino i bimbi che, armati di pastelli e colori a cera metteranno su carta le storie che racconterò. Storie spaventose di una Lucania che sa di antico, di personaggi fantastici inventati dai grandi per rabbonire i piccoli, arrivate ai giorni nostri permeate da un fascino antico.

Arrivano: Fabio, Marco, Domenico e Christian (i nostri piccoli artisti). Subito Casa Netural si riempie di “questo è il mio pauerrangger” (mi dice Fabio mostrandomi un pupazzetto)e di “ehi, ma tu di che squadra sei? Io dell’Inter è ovvio” e giù a scrivere forza inter dappertutto).

Ristabilita un po’ di calma (apparente) mi presento e inizio a raccontare ai bimbi del monacello, del lupo mannaro e del cucibocca montese (grazie a Gea per le sue preziose ricette-ricerche). Marco (il bimbo dell’Inter n.d.r.) immediatamente mi chiede “ma io lo posso disegnare Nerazzurro?”, brandendo i pastelli nero e azzurro.

Come solo i bimbi sanno fare, mi ascoltano con GLI OCCHI SPALANCATI e qualcuno un po’ timoroso chiede se sono davvero reali: “ma certo che no…solo nella fantasia” rispondo. “Ma sei sicura sicura che non vengono, di notte?”…queste le domande dopo il racconto del lupo mannaro.

E sulla carta (e nelle loro testoline) ecco che prendono vita serpenti-draghi-monacelli (nerazzurri), lupi mannari travestiti da Power Ranger-Ninja e cucibocca che hanno spaventato anche me.

La fantasia e creatività dei bimbi è illimitata perché senza filtri e senza inutili sovrastrutture. Bisogna ALZARSI AL LORO LIVELLO oggi per imparare qualcosa.

Come il piccolo Christian che, vinta la timidezza iniziale, ci racconte storie di strani leoni che mangiavano di tutto per poi terminarle sempre con “ e vissero tutti felici e contenti”, perché è davvero quello l’importante. Oppure disegnare una grande N in corsivo (due piccole collinette ravvicinate) su un foglio bianco e mentre ci e gli chiedevamo cosa fossero, lui un po’ infastidito “ma come, è una mano chiusa in una porta e vengon fuori solo due dita”, che mi ha portato subito alla mente l’immagine più famosa di un elefante mangiato da un boa che agli occhi degli adulti sembrava solo un cappello….

“I grandi non capiscono mai niente da soli e i bambini si stancano a spiegargli tutto ogni volta.” (cit.)

Alla fine del nostro incontro la produzione artistica è stata davvero notevole, e tra qualche giorno una marea di Lupi Mannari , Monacelli e Cucibocca partiranno diretti NIENTEPOCODIMENOCHE a Venezia, per la Biennale.

I bimbi, alla fine, vanno via un po’ a malincuore. Anche a loro è piaciuto questo pomeriggio passato ad ascoltare (e a disegnare), storie fantastiche della nostra terra. E sono sicura che, una volta a casa, hanno continuato ad immaginare di rubare un cappello in cambio di un tesoro, a cercare tra le nuvole la luna per controllare che non fosse piena e ad ascoltare con l’orecchio teso per paura di sentire, sulla strada, il rumore metallico di una pesante catena trascinata da un passo stanco….

Non temete però, cari bambini, non abbiate paura perché come diceva Gilbert Keith Chesterton “Le fiabe non insegnano ai bambini che i draghi esistono, loro lo sanno già che esistono. Le fiabe insegnano ai bambini che i draghi si possono sconfiggere”.